A OLTRE SCRITTURA IL GIORNALISTA E SCRITTORE GEORGIOS LABRINOPOULOS ( Intervista a cura di Monica Pasero)
ciò che
riflette sono i nostri errori odierni
e nel contempo indica le soluzioni
Monica
Pasero
Platone
affermava: “Il prezzo pagato dalla brava gente che non si interessa di politica
è di essere governata da persone peggiori di loro.” Per questo è molto
importante che vi sia un “sano” Giornalismo che riporti la reale situazione dei
fatti. E l’ospite di oggi in questo è davvero bravo.
Conosciamolo
meglio: appena ventunenne si trasferisce a Perugia dal Peloponneso. Lascia la
sua terra natia, la Grecia, durante un periodo storico davvero difficile in cui
vigeva “il regime dei colonnelli”, una dittatura militare d’ispirazione
fascista, iniziato con un colpo di stato il 21 aprile 1967, poi proseguito,
sotto varie forme, fino al 24 luglio 1974.
A Perugia frequenta l’Università per Stranieri, in seguito si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, con indirizzo Lingua e Letteratura anglo-americana. Ed è qui che si appassiona al Giornalismo. Tantoché nel 1980 entra come corrispondente della Stampa estera in Italia, di cui è ancor oggi membro effettivo. Nell’arco di questi anni ha lavorato per vari quotidiani greci, oltre che per un’emittente radiofonica. Al momento collabora con un giornale online, il Corriere del Sud e con ItaliensPR come corrispondente per la Grecia.Oggi nel mio spazio accolgo, davvero con piacere, un uomo che ha incentrato la sua vita sulla comunicazione, sul giornalismo.Ha conosciuto personaggi illustri della Politica e non; delineandoli, tramite le sue interviste, sia sotto il profilo politico che umano. Permettendo così a tante persone, profane dell’argomento, di approfondire e comprendere meglio le ideologie e gli uomini che negli anni governarono il nostro Paese. A Oltre Scrittura ho l’onore di ospitare il giornalista e scrittore Georgios Labrinopoulos.
INTERVISTA
Innanzitutto la ringrazio di essere qui. A
soli ventuno anni si ritrova catapultato in uno stato straniero, lascia la sua
casa, i suoi amici, la vita fino a quel momento conosciuta. Come ha vissuto
questo cambiamento, come un’opportunità o un’ingiustizia?
Sono arrivato all'età di 21 anni in
Italia, non parlavo l’ Italiano, ed è stato difficile per me abituarmi alla
nuova vita. A Perugia c’erano tanti stranieri e poteva sembrare che fossi in vacanza,
visto che parlavo bene l’Inglese, ma a Roma ho dovuto ricominciare tutto da
capo: amicizie, amori, studio, trovare casa, praticamente avevo gli stessi
problemi di un Calabrese o Siciliano, in quegli anni, e in più non conoscevo
bene la lingua. Ogni due week end i miei genitori mi mandavano un biglietto
aereo per tornare ad Atene, a trovare i miei amici e il mio habitat, finché un
giorno ho deciso che dovevo entrare nella società Italiana, e ho cominciato a frequentare
amici Italiani, anche grazie alla figlia di un amico di mio padre che studiava
a Roma, e mi ha introdotto alle sue amicizie; pian piano ho imparato l’Italiano,
e dopo due anni ho cominciato a capirci qualcosa, ma sinceramente non è stato
facile… A oggi non lascerei Roma per
nessun motivo al Mondo!
Quando è nata in lei la passione per Il
Giornalismo?
La mia passione per il Giornalismo nasce all'Università, grazie al mio professore Agostino Lombardo che sui testi di Joseph Conrad mi ha insegnato analisi di testo, e dopodiché l' amore per il giornalismo.
C’è un giornalista in particolare a cui si è ispirato?
Quando ho iniziato a lavorare nel
1980, come corrispondente per un giornale Ellenico, i miei riferimenti erano
tanti; seguivo anche l'orientamento del giornale indirizzandomi verso modelli
di giornalismo Greco. Ma i giornali, le agenzie e i Tg dell’epoca mi hanno
fatto crescere, apprendendo anche dai grandi nomi del giornalismo italiano come
Eugenio Scalfari, Montanelli, Enzo Biagi. Oggi, alla mia tenera età, posso dire
di aver acquisito molta esperienza, grazie ai giornalisti del passato e
contemporanei.
Ennio Flaiano nel suo libro: Diario degli
errori, 1976 (postumo), si domandava: “Il giornalismo deve essere di formazione
o di informazione? Lei cosa gli risponderebbe?
Il Giornalismo odierno è diverso dal
giornalismo del passato, noi eravamo sul pezzo, cercavamo la notizia. Avevamo
le nostre fonti, e tutto andava più lentamente di oggi. Calcola che la notizia
sui giornali era quella del giorno prima. Detto questo, oggi manca al
giornalismo quello che noi mettevamo nei nostri pezzi: il nostro pensiero, la
nostra analisi, la nostra opinione…Oggi pochi giornali continuano ad avere le
analisi, le opinioni e l’anima del giornalista, in un articolo, come accadeva nel
passato.
“Il giornalismo deve essere di
formazione o di informazione? A mio avviso il giornalismo potrebbe formare,
oltre che fare informazione, e quello che ho scritto sopra: dai i giornali di
oggi, manca l'anima, manca l'analisi, manca il pensiero formativo del
Giornalista, qualcosa come nel giornale di Scalfari, dove ogni notizia veniva
analizzata dalla parte democristiana, socialista e comunista, ma i giornali
come la Repubblica dei primi anni, non esistono più...Oggi funziona il copia e
incolla, le notizie sono uguali da tutte le parti.
È stato interessante nel mio libro mettere a confronto i due presidenti, Pertini e Cossiga. Il primo, giornalista e partigiano italiano, è stato il settimo Presidente della Repubblica Italiana ed il primo ed unico socialista a ricoprire la carica. Dal suo mandato ebbe inizio una fase diversa, direi meno ingessata e più popolare per quanto riguarda il ruolo di un Presidente. Di Pertini si ricorda il grido di ‘Sandro! ’ quando si recava in visita ufficiale in città italiane e Paesi stranieri, o quel suo urlo di gioia ai Campionati Mondiali di Calcio del 1982. Nell’intervista che mi ha concesso, Pertini ha fatto anche un riferimento, in tempi non sospetti, circa l’evoluzione che avrebbe avuto nei decenni successivi la Cina, dimostrando una non comune capacità di visione, oltre che di amministrazione contingente. Una rarità guardando al panorama odierno. Mi ha parlato per più di tre ore, e ancora ne rammento l’emozione del racconto, quando mi ha descritto tutta la sua vita da giovane fino all’ingresso in Quirinale. Cossiga aveva invece una cultura classica, e una visione ampia in ambito internazionale; seguiva relazioni euro–atlantiche, e possiamo dire tranquillamente che era uno straordinario interprete dell’ancoraggio italiano agli Usa. Senza il suo mandato non so che strada avrebbe intrapreso l’Italia. È stato un punto di riferimento primario; di lui non dimentico l’estrazione culturale, oltre che l’alta capacità politica.
Ho acquistato il suo libro, che ho letto volentieri, a causa di queste parole di Stefania Craxi che mi hanno indotta ad approfondire: “Mi piace pensare a questa pubblicazione come un mezzo per i giovani e i meno giovani, per governanti e governati, affinché sappiano guardare con interesse al nostro passato non solo per rinvenire le radici di ciò che fu, ma per raccogliere i semi di ciò che potrà essere.” E qui le chiedo: cosa, secondo lei, va cambiato immediatamente nella situazione politica odierna?
Il mio libro non è in ogni caso uno scritto nostalgico, ma ha funzione di memoria: penso che i 30ennie anche i 40enni di oggi non sappiano cosa esattamente fosse l’Italia negli anni passati, e qualcosa nel mio libro si può vedere, e qualcos’altro imparare. Ho avuto la fortuna di vivere, da studente prima e da giornalista professionista dopo, tutti i cambiamenti sociologici e politici degli ultimi 50 anni, data anche la mia età anagrafica non più giovanissima. Devo però dire che l’Italia del mio libro era indubbiamente un Italia forte economicamente; una potenza economica mondiale decisiva all’interno della NATO, dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e in Occidente. Penso che, dopo la caduta del muro di Berlino, vi sia stato un cambiamento politico tale da travolgere molti uomini politici che sapevano trattare di Geopolitica e di Politica nazionale ed internazionale. Quello che è successo tra il 1992 ed oggi sta davanti ai nostri occhi. Penso che si veda che un certo sogno – quello di De Gasperi e Spinelli – riguardo alla Comunità Europea non è stato realizzato, perché la Ue non si è unita come fosse uno Stato, con una politica economica e militare comune. A mio avviso nella politica odierna, si deve tornare di pensare come nel passato, più l'Italia e meno l'Europa, come tra l'altro fanno i Tedeschi, i Francesi e altri Paesi Europei, penso che i politici di oggi qualsiasi sia il loro orientamento politico, guardano più gli interessi europei, che i nostri, a mio avviso, vorrei vedere che ritorna in Italia la politica di P maiuscola.
Ha
intervistato grandi nomi dello scenario Politico degli anni 80-90, tra cui
ricordo: Giulio Andreotti, Bettino Craxi, Sandro Pertini, Francesco Cossiga, e
l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II. Uomini di un’altra epoca. Forse loro
erano ancora consci del sangue versato dai loro avi per arrivare ad avere un
Paese libero e prospero; oggi invece i tanti politicanti che si alternano al
Governo sembrano dimenticare le lotte e i sacrifici di chi venne prima... Lei cosa ne pensa?
In occasione dell’uscita del suo Libro, ha dichiarato alla Stampa: “Ne fuoriesce un’Italia molto diversa da oggi. Un Paese che purtroppo non esiste più. I personaggi politici intervistati, ed in parte anche il Santo Padre Giovanni Paolo II, avevano due compiti precisi, che hanno sempre portato avanti con grande successo: la prosperità dello Stato e del popolo Italiano, e l’appartenenza all’ Occidente.” Punti che sembrano sottovalutati dalla politica odierna, secondo lei perché? Troppa sicurezza o poco buon senso?
È un discorso complesso, e non si spiega in due parole, posso solo dire che hanno lasciato le decisioni importanti all'Europa, non abbiamo più la sovranità monetaria, essendo nell'euro, e le più importanti decisioni sono europee, mentre i personaggi che ho intervistato erano politici che comandavano una Italia sovrana e le decisioni erano nostre! Il perché di tutto questo? Un discorso difficile da poter analizzare in due parole…
Tra i tanti personaggi intervistati, c’è n’è
uno a cui avrebbe voluto fare una domanda particolare, e non l’ha fatto, e se
sì, quale?
No, credo di avere chiesto all’
epoca, per il momento storico che stavamo vivendo, tutto quello che potevo
chiedere.
Quale tra
loro l’ha sorpresa maggiormente?
Craxi e
Pertini. Craxi, perché aveva previsto per primo le difficoltà che avrebbe avuto
l’Europa a farsi Stato, come dimostrano le cronache di oggi. Pertini – lo
ripeto e sottolineo – mi ha fatto un riferimento, in tempi non sospetti, circa
l’evoluzione che avrebbe avuto nei decenni la Cina, dimostrando capacità di
visione fuori dal comune. Dopo di loro
Andreotti era l’uomo che teneva rapporti diplomatici con i Palestinesi, ed oggi
siamo allo sbando politico. Cossiga ci ha unito fortemente come Paese
all’America. Il Santo Padre, infine, sapeva che un giorno sarebbe caduta
l’Unione Sovietica. Menti come loro oggi sono difficili da trovare. Non ci sono
più uomini di siffatta levatura, ammettiamolo.
Se potesse riportare uno di loro in vita, chi
sarebbe e perché?
Bettino Craxi, perché era un uomo forte e
politicamente preparato, l’uomo che avevano paura tutti gli avversari, e non
solo in Italia.
Ma chi è
Georgios Labrinopoulos nella vita di tutti i giorni?
Nella vita di tutti giorni, continuo a
scrivere per il Corriere del Sud, un giornale on line, continuo a frequentare
la Stampa estera ed essere nella giuria del nostro premio cinematografico della
Stampa estera globo d’oro; frequento i miei amici, la mia famiglia, i miei
figli, e tra l'altro mia figlia si sposerà a breve, e penso di essere la stessa
persona, un po’ più matura, ma la stessa sia nei sentimenti e nei pensieri,
come tanti anni fa …. Forse un po’ meno Greco e un po’ più Italiano…anzi Romano.
E giungo alla mia ultima domanda, di rito per Oltre Scrittura, e le chiedo: quanto è importante nella sua vita il sogno?
Non ho mai smesso di sognare, Monica, anche in questo momento che ti sto scrivendo. Ho sempre sognato e ho cercato sempre di realizzare i miei sogni…tanti si sono realizzati altri no.
Grazie
della tua intervista
Ringraziando Georgios Labrinopoulos per questa interessante intervista, vi ricordo che trovare il suo libro a questo LINK
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